Il crepuscolo degli dei: marcia funebre - Lem56

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Il crepuscolo degli dei: marcia funebre

classica > Romanticismo

Il crepuscolo degli dei: marcia funebre

Sigfrido è l'eroe che non conosce la paura. Sua madre Siglinda l'aveva avuto sposandosi col proprio fratello Sigmundo. E questa violazione delle antiche leggi suscita la collera degli dei: il dio supremo Wotan, manda la walchiria Brunilde a provocare la sconfitta di Sigmundo in un duello. Ma Brunilde, commossa per la sorte dei fratelli-sposi, disobbedisce, e fugge recando sul suo cavallo Siglinda, mentre Sigmundo viene ucciso.
Siglinda trova rifugio nella foresta, ove morrà dopo aver dato alla luce Sigfrido.
Brunilde invece è punita da Wotan: non sarà più una walchiria ma una semplice donna, e cadrà in un sonno magico, da cui potrà svegliarla solo un eroe che non conosce la paura.
L'eroe sarà, naturalmente, Sigfrido, cresciuto in forza e coraggio. Sua diventerà la spada che rende invincibili. Suo diventerà l'anello d'oro fatale strappato anticamente al fiume Reno, l'anello che dà il possesso del mondo, ma con il possesso anche un destino di maledizioni.
La tragica fine di Sigfrido sarà provocata da un perfido tranello tesogli dai nemici, avidi dell'anello. Con un inganno si fanno svelare da Brunilde il punto debole dell'eroe, e a tradimento lo trafiggono a morte. Brunilde toglie dalla fredda mano dello sposo l'anello e si immola sul rogo funebre. Le fiamme invaderanno il mondo e s'alzeranno fino alla dimora degli dei facendola crollare. Sulle acque del Reno ritornate calme, le Ondine torneranno a custodire, com'era in origine, l'oro del potere e della maledizione.
(C.Delfrati Progetti Sonori/Trio)


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